19 marzo 2025
Perchè questo spazio
Tempo di lettura: 2 minuti
Ho sempre pensato di essere una persona poco creativa.
Non amo cucinare, disegno solo se ho davanti qualcosa da copiare e sono munita di un foglio a quadrettoni, amo ballare ma solo danze che hanno dei passi predefiniti e prevedibili… Tutto ciò che è improvvisazione mi spaventa.
Se apro il dizionario Treccani online, però, leggo:
"creatività s. f. [der. di creativo]. – (...) il termine è stato assunto a indicare un processo di dinamica intellettuale che ha come fattori caratterizzanti: particolare sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze."
In tutti questi anni nei quali ho vissuto quasi quotidianamente il mondo della formazione professionale e, più in generale, della scuola, mi riconosco di aver avuto uno sguardo attento ai problemi, di aver messo in atto processi di produzione di idee nuove, oltre che di analisi, e di essermi inventata dei modi per poter portare me stessa anche davanti a una LIM.
Amo fare esperienza, lasciarmi contagiare dalla meraviglia, farmi domande e cercare risposte, lasciarmi interrogare dal senso delle cose e chiedermi cosa potrebbe essere fatto di diverso in ciascun ambito.
Ed è questo che porto nelle mie lezioni ai ragazzi.
Per poter essere pienamente me stessa e potermi anche (perché no?) divertire.
Quindi in classe parto quasi sempre dall’esperienza (da un gioco da tavolo, una simulazione, un role-play, una attivazione…) per poi chiedere ai ragazzi di osservare quanto si è mosso “di pancia”, cioè la loro/nostra reazione emotiva.
Solo successivamente proviamo a cercare i concetti teorici e a introdurre le cosiddette conoscenze.
Che aprono necessariamente all’ultimo, imprescindibile, step, a mio parere, ossia il domandarsi: “Che senso ha tutto questo per la mia vita? Cosa potrei fare di diverso?”
In tanti anni ho creato, sperimentato, modificato e ancora sperimentato.
Mi sono divertita, tanto.
Mi sono commossa davanti ai volti di tanti giovani.
Ho ascoltato i loro racconti e ho aperto loro le porte della mia storia personale.
Ora che la Vita mi ha portato ad abbandonare l’insegnamento delle materie storico-giuridico-economiche, mi spiaceva pensare che fosse tutto materiale fermo, inutilizzato.
Ecco perché è nato questo sito.
Perché chiunque lo desideri possa raccogliere questa eredità.
E possa attingere, creare, sperimentare, modificare e ancora sperimentare.
Commuovendosi e crescendo con tanti giovani che io, Giulia, non avrò la fortuna di conoscere, ma che sicuramente porteranno il loro contributo prezioso al mondo.